Descrizione
I ciondoli porta foto di oggi rappresentano la naturale evoluzione dei medaglioni che in epoca vittoriana aiutavano a custodire una presenza importante nella propria vita. Quest’ultima veniva rappresentata sotto forma di ritratto oppure attraverso una piccola fibra di tessuto o una ciocca di capelli.
Un oggetto tutt’oggi non dimenticato dagli animi più sensibili, sebbene sia comunque stato modificato, poiché nell’800 questi medaglioni erano più grandi e decisamente ingombranti rispetto ai ciondolini d’uso moderno, piccoli e gestibili.
Personalmente ho scelto di rivoluzionare ancor più l’uso di questi ciondoli, volti in questo caso a custodire altro. Un significato sigillato nel cuore di chi lo indossa.
Come si custodisce un significato? Ebbene non tutti sanno che durante l’epoca vittoriana, in cui parlare troppo o in un certo modo era ritenuto sconveniente, era d’uso comune trasmettere messaggi d’un certo tipo attraverso un linguaggio alternativo: quello floreale.
Il linguaggio dei fiori in vero precedeva l’epoca ottocentesca, risalendo all’antichità e riportando un legame con le proprietà delle piante stesse. Poi durante il Medioevo e in forma più complessa nel Rinascimento, ai fiori furono attribuite valenze morali, divenendo un vero e proprio linguaggio nell’800, in cui oltre alla moralità il fiore era dedito alla trasmissione dei sentimenti più profondi. Emozioni all’epoca non esprimibili a causa della comune etichetta che imponeva regole ferree su ciò che poteva o non poteva essere comunicato all’altro.
Oggi naturalmente è tutt’altra storia, comunichiamo a volte anche i pensieri più inutili pur di trasmettere una parte di noi stessi al resto del mondo, ma questo non vale per tutti. A volte esiste chi ha voglia di comunicare qualcosa, ma non può o non riesce a farlo per limiti psicologici esterni (sociali) o per blocchi interni (caratteriali, recepiti dalla famiglia o dai trascorsi), oppure semplicemente preferisce trasmettere le proprie intenzioni in alternativa all’abuso odierno della parola stessa.
Un’alternativa dunque all’essere comune o ai blocchi sopra citati può ritrovarsi attraverso i medaglioni fioriti che custodiscono un linguaggio antico e mai dimenticato.
In particolare questo Cammeo esprime il seguente significato:
“per quanto innocente tu possa giudicarmi, per quanto sensibile è la mia forma di donna, io amo e ammiro la mia sensibilità, quanto apprezzo la mia innocenza, perché nonostante le intemperie del tempo, nonostante gli scossoni che posso ricevere, da questa sensibilità io apprendo e mi accorgo di essere più forte di quanto possa apparire”.
Il motivo di questa frase si allega alle valenze florigrafiche della Rosa e della Mimosa presenti nel cuore di questo ciondolo:
Mimosa: “innocenza, sensibilità”.
Nel linguaggio dei fiori la mimosa si associa a questi sostantivi poiché durante il periodo di marzo sfoggia dei fiorellini gialli molto delicati e profumati. Sebbene tali però nascono in un periodo particolare in cui il clima sfoggia il meglio di sé. Si dice mostri tutte e quattro le stagioni in un solo mese.
Nonostante un clima insidioso, che non da tregua, le Mimose sfoggiano comunque la loro presenza e bellezza ogni anno.
Rosa Rossa: “Amore”.
Accostata alla Mimosa diventa sinonimo di “amore verso se stesse” se regalato ad una donna o sfoggiato da una donna. Amore verso “la propria condizione femminile”, che per quanto fragile possa essere giudicata, è forte e tenace proprio come la Mimosa stessa.
Al Cammeo è stato associato il nome della Dea greca Artemide perché protettrice della femminilità e della Luna.